Non ci vedo bene ma ci sono: posta del cuore a Dio (Ventesima Lettera)
Rara immagine di Dio, ritratto in un momento di distrazione. Disegno di Elena Borghi.
Perse tutte le speranze, non ti rimane che scrivere a Dio, sperando che risponda.
Questa è una rubrica domenicale nata a Sua insaputa ma, ovviamente, anche a Sua immagine e somiglianza.
Domande, pensieri, parole, opere e omissioni di gente che una qualche risposta precisa la vorrebbe. E chissà che magari un giorno non arrivino anche.
Carissimo Dio,
mi chiamo Rosa, ho quarant’anni, sono single e dopo una serie di storie sbagliate con uomini che si sono rivelati un pacco clamoroso, ho smesso di dare la colpa a loro e ho cominciato a rivolgere il mio severo occhio indagatore verso me stessa. Ho subito capito che il problema risiedeva in me.
Da quando ho compreso questo concetto tanto basilare quanto oscuro ai più, ho scoperto il mio ruolo in questa vita e sono serenamente impegnata a portarlo avanti in un clima di ritrovata libertà che mi rende, tutto sommato, una persona contenta.
Credo che ognuno debba trovare lo strumento più consono alla propria indole per attuare una felice trasformazione interiore e smetterla, soprattutto, con inutili piagnistei e vittimismi che non portano a nulla se non a rimanere fermi, anzi, impantanati nei soliti problemi che, inevitabilmente, tendono a riproporsi.
Chi si trova bene con lo yoga, chi con la religione, chi con la psicanalisi. Personalmente il mio mix di felici strumenti combina spiritualità, meditazione e numerologia, ma sono aperta a scoprire sempre nuove pratiche e a conoscere nuovi maestri, per arricchire di freschi ingredienti il cibo che confeziono per il mio essere.
Sono anche una burlona e ho amiche come me che fanno, tra le altre cose, regali originali. Tipo il calendario romano 2014 con i preti cristiani più piacenti attualmente in circolazione.
Gli uomini già impegnati non mi sono mai interessati quindi non ho mai ceduto alla tentazione di credere alle bugie che mi volevano far bere. Con tutta onestà devo ammettere però che non credere a un prete bòno sarebbe dura anche per me, soprattutto se sono come quelli del calendario.
Il Calendario romano nasce nel 2003 da un’idea del fotografo veneziano Piero Pazzi che, oltre ad avere l’occhio dell’obiettivo sempre a caccia di nuovi volti, organizza anche veri e propri casting aperti a sacerdoti e seminaristi che gradiscono farsi fotografare come souvenir e portare nuova linfa all’informazione su Roma. Infatti, nel calendario, compaiono anche curiosità sulla Santa Sede, sui Musei e sulla Città del Vaticano.
Non ti nascondo che mi sono innamorata del mese di Luglio e, col bene che gli voglio, ti butto lì un baratto serissimo: tu mi mandi in esclusiva il tizio di Luglio, ripulito da tutti i sensi di colpa cattolici e io, in cambio, ti giro un paio di nominativi di maschi che dovrebbero astenersi dall’avere a che fare con le donne se non per far del bene, tanto a loro quanto al prossimo (come minimo). Che ne dici?
Attendendo fiduciosa un tuo cortese riscontro, ti mando un abbraccio di Luce.
Rosa.
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Cara Rosa,
a costo di sembrare brusco, devo ribadire che i santuomini sono fuori dal mercato. Non so cosa non hai capito di “sposati al Signore”, ma quelli là sono chiaramente sposati al Signore: la chiesa di matrimonio gay ne ammette solo uno, e su quello non si discute.
Se li lasciassi in mano alle donne, quei giovini virgulti ingrasserebbero nel giro di poche settimane, e si ritroverebbero in un centro commerciale a portare buste di vestiti e scatole di scarpe, aspettando la compagna con aria triste e mormorando “padre mio, perché mi hai abbandonato?”. Quindi, cercherebbero scampo da questa vita orribile nel calcetto del giovedì, dove cercheranno di rompersi consapevolmente il crociato, così almeno saranno paralizzati a letto e per un po’ non dovranno portare buste di vestiti e scatole di scarpe.
Tu mi chiedi di scambiare un giovine fusto di santa madre chiesa con due fustini di prodotto scadente, ma, come la casalinga della nota pubblicità, devo proprio declinare l’offerta.
Per la mia santa missione, non ho nessun bisogno di uomini pippa: quelli dovete spupazzarveli voi e cercare di farli crescere, che ormai sono bimbi grandi.
Al lavoro, su, hop hop.
Mio Dio, sia sempre strafatta la tua volontà (ma a noi donne ci devi volere più bene eh?).
Amen.
Padre, su, un pò di compassione per questa povera figlia, facciamole almeno l’omaggio del prossimo calendario.
Bravo Gabry, diglielo tu!