Memorie di una Vagina: incontro vaginale con dialogo a fior di labbra (grandi e piccole)
Due parole a fior di labbra con lei, La Vagina.
È in un cinema semi deserto che incontro Vagina la prima volta. Ci riconosciamo senza mai esserci viste prima di allora. Sentiamo entrambe un’amicizia immediata. Del resto: come non sentirla vicina?
“Ma questa è una coincidenza assurda, io… io… io ti seguo da sempre! Ho sempre sognato poterti intervistare”. Balbetto emozionata ed entusiasta.
Da quel giorno ci siamo sentite spesso e c’ho lavorato attorno parecchio perché, si sa, le vagine han bisogno dei preliminari per smollarsi e, quando si sentono sotto pressione, vanno in paranoia che manco Premestruo sa ridurle così. E allora l’ho coccolata, lusingata, corteggiata, piano, con dolcezza e lei s’è aperta, come un bocciuolo, e ha accettato, per la prima volta, un confronto vaginale via Skype che ti riporto fedelmente.
Elena Borghi: Io ci sono tesoro. A te va di chiacchierare?
Vagina: Yep. Appena finita la manicure
E.B..: Che brava! Le vere Vagine si prendono cura di loro stesse. Spero di non averti disturbata…
V.: eehh! Capirai! Mi hai salvata da un documentario sulla profezia Maya. Non aggiungo altro se non: GRAZIE
E.B.: mi piace vincere facile. Vaffanculo a chi fa sfide difficili tipo “Ti va se ti intervisto proprio quando comincia l’ultima puntata di X-Factor?”
V.: sono così out che non ho nemmeno letto chi ha vinto, ora che mi ci fai pensare
E.B.: Tranquilla. Io l’ho letto e non mi dice niente lo stesso. L’incontro con Vagina, la Star, mi rende molto felice. Da circa un anno hai cominciato un progetto importante che si chiama Memorie di una vagina.
V.: Beh, sì, voglio dire: Una Vagina ne sa un sacco. L’idea nasce per dar voce a una certa parte della femminilità. Nel mio blog non parlo solo di sesso perché la Vagina non ha a che fare solo con il sesso. La Vagina è una parte di noi della quale tocca prendere consapevolezza. Io propongo un modello sostenibile di femminilità. (sto andando demmerda vero? Sento una certa ansia da prestazione)
E.B.: (tranquilla. Stai andando benissimo. Vorrei che ti rilassassi Vagina, come quando vai dal Ginecologo. Respira…) Quindi dal tuo punto di vista dici che manca consapevolezza attorno al “concetto Vagina”. Sia negli uomini che nelle donne?
V.: posso rispondere laconicamente che, a giudicare dal fatto che stiamo ancora a discutere se il punto G esista o meno, sì, direi che manca consapevolezza. Ma non nel senso femminista del termine eh? Odio il femminismo. Io la intendo come consapevolezza dei nostri limiti
E.B.: se fossi Marzullo ti chiederei “è la Vagina a limitarci o noi a limitare la Vagina?”
V.: ahahahah dipende dai contesti: quando ci offendiamo con una collega, direi che è la nostra vagina che ci limita
quando abbiamo voglia di darla a uno ma siamo ossessionate dall’idea che praticare uno sconsiderato pussy-giving ci etichetterà come troie, ecco lì siamo noi a limitare la nostra vagina
E.B.: tu sei The Queen of Pussy!
V.: secondo te è normale che io non possa leggere la parola “queen” senza pensare ad Amanda Lear che canta “queen of Chinatown”? secondo me no…
E.B.: Perché sei colta, anche, è quello che ti frega.
Tra tutte le epoche che hai vissuto, quale t’è piaciuta di più?
V.: gli anni settanta
allora non si usava la ceretta brasiliana
era una meglio vita, per me
e poi c’era l’amore libero, vuoi mettere?
E.B.: Libero e sconsiderato anche. Ma a te piaceva l’imitazione che facevano in quel periodo indicandoti sulla fronte?
le femministe dico, che ti imitavano con le dita…
V.: avevo capito
sono Vagina, mica un Uccello
E.B.: scusami.
V.: figurati.
dunque, a me non piaceva tanto, se devo essere onesta
posso capire che in quel periodo se la sentivano e lo facevano, ma sto ancora riflettendo se mi abbia giovato o no.
nel senso che poi anche Vasco Rossi ha iniziato a farlo durante i concerti
capisci che…
E.B.: Forse si doveva passare da quella strada, ma non mi sembra che ora siamo messe meglio. C’è una gran confusione non credi?
V.: gli umori vaginali non sono particolarmente entusiasti in merito
Anche se, come dici tu, passare da quella strada era storicamente inevitabile
Storicamente e socialmente, anche
Il punto è che quando una rivoluzione inizia e poi non viene seguita, non viene finalizzata, le cose restano a metà. Succede
E.B.: la storia è barzotta a volte.
V.: brava
E tutte noi sappiamo che il barzotto non soddisfa
E.B.: il barzotto come moto perpetuo non soddisfa. Ma se sei barzotto appena mi vedi, allora son contenta, scusa eh…
Comunque, c’è un gran casino Vagina: ci dicono che siamo libere ma non è vero. Rimane il fatto che se sei single dopo i 30 ti guardan male, come se in te ci fosse qualcosa di strano. E pensare che quest’epoca, correggimi se sbaglio tu che le hai viste tutte, dovrebbe essere l’unica, da che mondo è mondo, nella quale la donna può scegliere se sposarsi o no. E invece ti senti in colpa lo stesso che a un certo punto ti vien anche da pensare “ma non è che è vero? Non è che magari la mia Vagina è strana, diversa dalle altre, chennesò, magari sa di catrame…”
V.: guarda, mia cara, a me piace pensare che delle differenze in effetti ci siano.
Tra le vagine single e le altre, a volte, è solo questione di sorte (poi come sai io sono terrona quindi le vagine al sud sono ancora più fataliste, cioè abbiamo un microchip impiantato sotto il clitoride, che quando le cose vanno particolarmente demmerda, diamo la colpa al “caso” o al “fato” che dir si voglia)
ecco, dicevo, può essere il caso
ma può anche essere che c’hai di più da dire e di più da fare
può essere che non hai voglia di accontentarti di un cojone qualsiasi pur di non affrontare la vita da sola
salvo che la maggior parte di quelle che s’accontentano poi si ritrovano ad essere sole lo stesso, però con uno che occupa la loro casa
può essere che, a camminare per la propria strada, hai sviluppato abbastanza ovaie per badare a te stessa e che della tua indipendenza, che a volte ti fa soffrire, tu sia anche innamorata. e che insomma deve arrivare proprio un cazzetto all’altezza.
Sappiamo benissimo che moriremo sole.
Ma non pensiamoci, per ora.
E.B.: per me esistono due grossi gruppi (volendo generalizzare): Le Vagine Illuminate e le Vagine Sperimentatrici.
Le Illuminate sanno cosa vogliono, lo chiamano fermamente con il loro pensiero e, quando arriva, lo riconoscono all’istante. La loro strada è dritta, a volte in salita, a volte in discesa ma dritta.
Le Sperimentatrici se non si sentono sprecate accanto a un tizio che scelgono secondo criteri che non hanno nulla a che vedere con il buon senso, pensano di non essere innamorate. La loro strada è tortuosa e incerta, tutta curve e va sempre a finire male. Ma devono farla per forza se vogliono diventare delle Illuminate (che luminosissime non lo saranno mai visto tutti i cazzo di pianti che si son fatte)
V.: quindi tu dici che il salvifico pene che arrivi a diramare queste nubi ci sarà o no?
E.B.: Io credo esista un Salvifico Pene (che tra l’altro idolatro paganamente)
V.: perché secondo me se sei Sperimentatrice, sperimentatrice resti
E.B.: lo credevo anch’io invece mi sono ravveduta.
A un certo punto scatta qualcosa nel cervello delle Sperimentatrici e in genere corrisponde a un vigoroso “Vaffanculo” diretto a se stesse ma anche agli uomini sbagliati. Perché gli uomini Illuminati esistono ma siamo noi a evitarli accuratamente.
V.: è che io credo di aver provato a fare l’illuminata troppo presto e non ha funzionato
e quindi, a proposito di consapevolezza vaginale, ho capito che a me piacciono le storie sbagliate
E.B.: Lo so. Credimi, ci passiamo tutte (a parte quelle rare, odiosissime Illuminate)
V.: va bene, mi do tempo. Tanto sono giovine, nonostante tutte le ere che ho passato
E.B.: Ma tu sei sempre fresca di Chilly tesoro.
V.: quello alla menta? Io li denunZierei per quel Chilly
E.B.: Brava. Quello che ti viene voglia di appoggiarla al calorifero subito dopo che te la sei lavata. Che frizza come l’aspirina effervescente che si scioglie nell’acqua
V.: a questo punto facciamoci il bidet con la coca-cola e le mentos
E.B.: comunque, dicevamo, è come quando smetti di fumare, che prima ti facevi un pacchetto al giorno e poi odi tutti quelli che fumano. Ecco, succede così quando passi da Sperimentatrice a Illuminata.
V.: sto per l’appunto fumando ma a Gennaio smetto, promesso
E.B.: Se vedo una Sperimentatrice nel pieno delle sue forze che mi dice cose tipo:
“Sai, no cioè, lui mi piace di brutto… però non so mai quando c’è e poi si ubriaca tutte le sere e ogni tanto tira di bamba, pure, e sparisce per giorni, tornando quando gli pare. Però mi piace, anche se poi mi scopa male, anzi, non scopiamo mai che lui dice che è una cosa superata il sesso. Però parliamo un sacco, cioè, parla solo lui e se parlo io dice che non capisco un cazzo però abbiamo un dialogo molto bello. Ma cosa ne sai tu? Parliamo d’arte e di cinema edi letteratura e andiamo alle mostre e lui mi dice che è come un’ellisse e io sono il suo pianeta, che lui non entrerà mai nella mia orbita però, quando c’è, è bellissimo”
Ecco, quando sento cose così, so che nessuna delle parole che attraversano la mia mente potrà aiutare quella Vagina ma, anzi, rafforzerà in lei l’idea che maledetto è bello. Quindi le dico “Fai bene”
V.: ecco che torniamo al punto iniziale: c’è un problema alla base ed è l’assenza del centramento vaginale.
Non è che incontri solo stronzi
O solo mediocri
O solo puttani
Ma tu scegli loro, tu vedi loro
Ora
Visto che dove c’è gusto non c’è perdenza, sei libera di fare quello che vuoi
Però
1. non fartene una malattia, che dopo i 21 anni hai cose più importanti da fare al mondo
2. NON AMMORBARE il prossimo tuo con le tue paturnie auto-indotte perché dopo i 21 anni il prossimo tuo ha cose più importanti da fare al mondo che vivisezionare il più piccolo non-gesto del tuo innamorato infame
3. io mi auguro che un giorno, non necessariamente presto, arrivi qualcuno che mi rivolti l’anima come fosse un pedalino giusto, sbagliato, stronzo, giovane, vecchio che sia. Sarebbe un peccato non riprodurmi
E.B.: io te lo auguro Giusto
V.: io credo davvero che sia una questione di allinearsi. Non pensiamo sempre di aver incontrato uomini che non ci meritavano, che non erano alla nostra altezza, che erano stronzi. Per il discorso di cui sopra, evidentemente, erano gli uomini che noi ci eravamo scelte e, altre volte, magari, eravamo noi a non essere all’altezza, a non essere pronte.
È una lezione dura, ma ho dovuto impararla quando mi sono resa conto che, nell’ultimo caso, non era stato lui il peggiore dei due. Ero stata io.
Quindi la cosa sana, secondo me, che posso consigliare alle nostre amiche vagine, con ALCUNA autorevolezza per farlo, è che a volte bisogna allinearsi con sé, capire che minchia vogliamo, da noi stesse e dagli altri.
E.B.: Ecco. E nel frattempo ci sono un sacco di dildo in commercio.
V.: Brava. Che a volte, non per fare la zitella acida, ma so’ pure meglio di tanti uomini…
E.B.: Mi togli una curiosità? Tra tutti i modi in cui ti chiamano (e in Italia sono parecchi) quale ti piace di più?
V.: dunque, io sono una che ci va liscia
Non mi dispiace “fica” ma con la C e non con la G
Non sopporto “passerina” semmai “passera”
Stimo molto “fregna” e “sorca” perché li trovo termini orrendi ma veraci, un po’ sudici se vogliamo
Per le situazioni istituzionali, va bene Vagina
E.B.: Io abuso di Fregna anche a colazione
V.: ahahahahahha
Ed è col sorriso sulle labbra (grandi e piccole) che lasciamo Vagina, ringraziandola per aver concesso questa chiacchiera informale in esclusiva.
Per continuare a leggere Vagina basta andare nel suo blog ufficiale QUI.
In realta’, il blog “Memorie di una Vagina” e’ un tipico esempio di operazione editoriale studiata a tavolino di cui si trovano diversi esempi sul web. Il blog in realta’ e’ scritto a piu’ mani, da autori diversi che collaborano anche a distanza, e gli articoli di Vagina sono il risultato di un collage di pezzi abilmente messo insieme dall’autrice principale, che non ha affatto 27 anni bensi’ piu’ di 35, e lavora da parecchi anni per Vanity Fair (che ha pubblicato una sua intervista) . Come faccio a saperlo? conosco personalmente uno dei collaboratori che scrive sul blog a nome di “Vagina”!
Indiscrezioni davvero scottanti, non c’è che dire. Pazzesco che Memorie di una Vagina sia un’operazione editoriale di successo. Ancora più pazzesco è che l’autrice sia così brava da coordinare più blogger che riescano a scrivere sembrando uno solo. Scandaloso che abbia più di 30 anni, davvero! Infine, sarebbe davvero la prima volta che sento dire che una testata sempre in cerca di contenuti come Vanity Fair fa un’intervista a qualcuno che lavora presso la medesima poiché ha un blog personale di successo.
Sinceramente le tue indiscrezioni, che sostieni esser vere ma a me non risultano affatto, mi fanno sorgere solo una domanda: E QUINDI?
ciao!