Gelato fatto in casa, anzi, strafatto
Schizzo notturno per placare la voglia di un gelato che non esiste. Di Elena Borghi, sia lo schizzo che la voglia.
Voglia di gelato. Gelato buonissimo.
Lo vorrei a righe, bianche e nere, orizzontali.
Il bianco deve sapere di vaniglia, che se fatto bene è uno dei gusti più buoni che c’è.
Il nero dev’essere molto nero, dovrebbe essere inchiostro di china commestibile, che se lo mangi ti fa bene, come fa bene ricacciarlo fuori, facendolo passare dalle mani, come volo di storni che diventan segno, il tuo.
La forma del gelato dei miei sogni è quella del mottarello solo più quadrato e lo stecco è di pietra turchese. Così poi ti rimane una cosa preziosa.
Per contenere i costi l’azienda risparmierà sul packaging che sarà estremamente sobrio e, anche per questo, estremamente chic. Del resto è pur sempre di gelato confezionato che stiamo parlando.
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