Concerto 1 Maggio 2013: femministe in guerra e Fabri Fibra va in pace
Ma cosa mi tocca venire a sapere?
Un giorno di riposo dopo un mese senza tirare il fiato, tra FuoriSalone (fatto e non visto), live painting per Zalando e scenografie con Dadomani Studios per i nuovi spot Hip Hop Watches; c’è un fiato da tirare in una timida giornata di calore vagamente primaverile, mi metto sul terrazzo della casa sull’albero a leggere il web per capire cos’è successo nel mondo e, trac, scesazza d’umore.
“Per la situazione politica del nostro Paese” penserai te. No, politica e interessi del Paese non andranno mai a braccetto, io non credo alle favole. Le costruisco o le disegno o le scrivo, semmai.
Dico che mi tocca leggere che i sindacati levano Fabri Fibra dal palco del 1°Maggio perché tacciato di misoginia dalle femministe.
Una roba di un antiquato che non ci si crede.
Soprattutto se consideri che le pietre scagliate a tutta forza provengono da D.i.Re, donne in rete contro la violenza.
E non è violenza accusare un cantante di essere sessista e misogino senza comprendere che, magari, e sottolineo magari, la sua è proprio volontà di porre l’accento su argomenti scomodi in modo socialmente riconosciuto come “maleducato”?
Mi pare sia un po’ questo che contempli lo stile incarnato dalla RapStar del nostro RapPaese, no?
Ecco allora io, che per prima ho ipotizzato una certa misoginia in Fabri Fibra in un post dove parlo della sua intervista a Pif (rileggilo QUI), prendo le distanze da questa presa di posizione di matrice estremista-femminista, aggiungendo che, vista dalla sua parte, lo sarei pure io misogino dopo anni di fregna che mi si butta addosso senza riguardo.
Sarei misogino pure io se dovessi avere a che fare con donne che non vanno oltre al proprio naso e pensano di risolvere l’evidente piaga sociale del femminicidio attaccando un rapper che sale sul palco nel giorno della Festa del Lavoratore.
Del resto le donne che fanno politica mi hanno sempre delusa, in un modo o nell’altro, ma principalmente per quell’ostinata volontà a disperdere energie su lotte fasulle o su facili entusiasmi, legati a quote rosa e contentini che vengono dati tanto per dimostrare che “sì, certo, a voi donne politicamente coinvolte vi diamo credito e retta. Sì, un sacco. Adesso fateci continuare senza di voi”. Sorriso, stretta di mano, se ne vanno a casa contente perché al tè con le amiche borghesi potranno disquisire sul valore di finte vittorie a finte lotte.
Povere noi. Anzi, povere loro che attuano queste violenze mentre si definiscono nel loro sito“associazione D.i.Re raccoglie in un unico progetto 62 associazione di donne che affrontano il tema della violenza maschile sulle donne secondo l’ottica della differenza di genere.
L’associazione D.i.Re è nata allo scopo di costruire una azione politica nazionale e promuova azioni volte ad innescare un cambiamento culturale di trasformazione della società italiana nei riguardi del fenomeno della violenza maschile sulle donne”
Che la differenza di genere poi sono proprio le femministe a perpetrarla e mi costringono a schierarmi dalla parte di un tizio che, a onor del vero, è sceso a compromessi con il sistema a tal punto da andar ospite da Paolo Bonolis (ebbene sì, Fabri Fibra ha comparsato presso “Il senso della vita”, fonte: il Deboscio)
E poi, senti, altro che misoginia. È solo che uno, la rima, deve pur farla con qualcosa.
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