Non ci vedo bene ma ci sono: posta del cuore a Dio (Quindicesima Lettera)
Rara immagine di Dio, ritratto in un momento di distrazione. Disegno di Elena Borghi.
Perse tutte le speranze, non ti rimane che scrivere a Dio, sperando che risponda.
Questa è una rubrica domenicale nata a Sua insaputa ma, ovviamente, anche a Sua immagine e somiglianza.
Domande, pensieri, parole, opere e omissioni di gente che, una qualche risposta precisa la vorrebbe. E chissà che magari un giorno non arrivino anche.
Caro Dio,
per me questa parola, Dio, vuol dire Trinità, Allah, Buddha, Tao, Zeus, eccetera.
Questo conferma diversi fattori:
– che tutti gli scontri religiosi nascono per ragioni d’interesse economico, fondati su false ideologie, perpetrati da persone inconsapevoli di essere un gregge al servizio di altre persone capaci di esercitare il potere.
– che tu, Dio, sei bravissimo perché come ti chiamano ti chiamano: ascolti e rispondi, comunque.
– che la religione gestita dall’essere umano non centra niente con Te, sia esso cristiano, musulmano, buddista, taoista o pagano.
A tal proposito in questi giorni ha viralizzato molto su Facebook la pubblicazione di un documento intitolato “DOVERI DELLE SPOSE”, un indottrinamento cristiano risalente alla fine del 1800.
Incuriosita da questi 17 punti irremovibili, ho scoperto che anche nella religione musulmana è stato redatto un documento simile solo che le regole sono molto più interpretabili, meno rigide e prive di un’impaginazione fascista.
– “Le donne virtuose sono obbedienti (ai loro mariti) e proteggono ciò che deve essere protetto, in assenza del loro sposo, con la protezione di Allah” (Corano IV An-Nisâ’, 34)
– “La migliore delle spose è quella che rallegra il suo sposo quando questi la guarda, gli obbedisce quando questi le chiede qualcosa, e non fa della sua persona o dei suoi beni delle cose che egli aborrisce” (Sunan Nisâ’î, vol.6, pag.68)
– “Esse hanno diritti equivalenti ai loro doveri, in base alle buone consuetudini… tuttavia gli uomini hanno una predominanza su di esse” (Corano II. Baqara, 228)
– “La migliore delle donne è quella che, quando la guardi, ti rallegra; quando le chiedi una cosa ti obbedisce e non fa nulla che possa indispettirti” (Susan Nisâ’î)
Ecco, mi pare quindi chiaro che anche nel secondo caso si può scorgere chiaramente una mano maschile dietro alla stesura dell’interpretazione del Corano. Una mano maschile che ha voluto, dalla notte dei tempi, manipolare l’energia della donna, nata affianco a lui alla guida di un’armonia capace di meraviglie e relegata a una posizione di sudditanza capace di farle vivere cose terribili. Tuttora.
Comunque ho letto anche un’altra frase bellissima sul rapporto di coppia secondo la religione musulmana:
“… esse sono una veste per voi, e voi siete una veste per loro…” (Corano II. Al-Baqara, 187).
Per me è chiaro che Il Creatore è uno solo e che, per cause geografiche, vieni chiamato in modo diverso. Giusto?
Felice domenica di riposo,
Una Fedele.
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Cara Una Fedele,
da un po’ di tempo a questa parte le mie domeniche non sono mai di riposo, ma lasciamo perdere.
Questa faccenda della paura della donna è una roba che va avanti dal giorno della creazione. Adamo non si spaventò quando gli dissi che dovevo prendergli una costola, ma quando vide gli effetti del primo premestruo di Eva mi chiamò subito, per chiedermi cosa accidenti avevo combinato.
Come noti anche tu, l’impostazione musulmana fascistona circa le regole del matrimonio è arrivata dopo quella del fascismo occidentale, e questo potrebbe voler dire che al mondo arabo il fascismo l’avete insegnato voi. Bel lavoro, complimentoni.
E dunque, cosa dire alle donne spaventate dal barbaro masculo che pare non evolvere mai?
Rompetegli i coglioni. Non stancatevi mai di creare nuovi modi per far capire all’uomo che è un idiota. Non è facile da sopportare, ma la misoginia è un sintomo, e non il sintomo di un male, ma di un bene. Se vi odiano, vuol dire che state smuovendo qualcosa, e vuol dire che quel qualcosa potete smuoverlo solo voi, perciò insisto: rompete i coglioni agli uomini.
Metaforicamente, o, se occorre, letteralmente.
Sempre sia strafatta la tua volontà.
Amen.