Interstellar film: recensione in pillola
LaBorghiFilmFestival propone il film di fantascienza “Interstellar” scritto, diretto e prodotto dall’amato Christopher Nolan che, a mio avviso, con questa pellicola, fa alzare dal trono monolitico il da me poco amato (ma rispettato) sire del fantascientifico Kubrick per prenderne l’imperituro posto.
Che poi chiamarlo film di fantascienza è riduttivo, banalizzante direi. “Interstellar” è molto di più. Contiene Il Tutto, proprio come l’universo di cui parla.
Potrai vederlo come un film scientifico (la sceneggiatura si basa su un trattato del fisico teorico Kip Thorne circa la possibilità di viaggiare tra vari sistemi solari) o un film di fisica quantistica ma “Interstellar” è talmente un film completo e totale che sì, puoi anche vederlo come “un film del cazzo americano”, come ho sentito dire.
Ebbene, “Interstellar” viene da me percepito come un essere vivente più che come un film. Una creatura capace di accomodarsi attorno al grado di consapevolezza di ogni singolo spettatore, come un fedele amico capace di dare quello di cui abbisogni senza chiedere nulla in cambio.
“Interstellar” è molto più che un film di fantascienza: è fisica per come parla di quantistica, è filosofia per come tratta il macro tema dell’amore svelandolo solo nel finale come portante, è teologia per come tocca le corde spirituali più intime, è un trattato di sociologia, antropologia e psicologia per come sintetizza le componenti dell’animo umano in macro aree niente affatto banali.
Inoltre c’è la colonna sonora di Hans Zimmer, a mio avviso uno dei più grandi compositori viventi.
Inoltre c’è Matthew McConaughey che, come avrai capito dal fatto che so scrivere correttamente il suo nome e cognome, è l’uomo della mia vita.
poveretta. fra nolan e kubrik ci stanno anni luce. ma tanti. interstellar è un filmetto
Accolgo con rispetto il tuo punto di vista caro eugenio caggianelli. Ma “poveretta” tienilo pure come aggettivo per qualche altra donna di tua conoscenza.
Felice vita.