Kiki’s Delivery Service: festa PER la liberazione di un altro film di Miyazaki

24 Aprile 2013
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Grazie a LUCKY RED, la Festa della Liberazione diventa occasione di liberazione anche per un nuovo film vecchio di Miyazaki.

L’anno scorso è successo per Il Castello nel Cielo; quest’anno è possibile assaporare al cinema Kiki’s Delivery Service, nelle sale da oggi.

Misteri della distribuzione italiana che sfuggono alla mia comprensione: Kiki’s Delivery Service è un film d’animazione giapponese del 1989, diretto da Hayao Miyazaki e prodotto dallo Studio Ghibli. Tratto dall’omonimo romanzo di Eiko Kadono del 1985, venne distribuito in Italia dalla Buena Vista Pictures il 13 novembre 2002, ma esclusivamente per il mercato home video.

Mi sono sempre sembrate un po’ strane e poco celebrative le vicende dietro alla gestione dei film dello Studio Ghibli quando furono in mano a Buena Vista Pictures, che fece lo stesso anche per Il Castello nel Cielo, terzo film del Maestro e primo dopo la fondazione dello Studio Ghibli; film col quale Miyazaki, in terra nipponica, fece il botto come Spielberg poté farlo con E.T. in America, per rendere l’idea. Ecco, in Italia giunse solo nel 2004 (dopo un rinvio di due anni) e in DVD (mica al cinema), al prezzo di 25 euro, per essere poi misteriosamente tolto dal mercato dopo meno di un anno.

Pare tuttavia che la nuova gestione di LUCKY RED voglia valorizzare tali capolavori, capaci, come tutti i capolavori, di essere attualissimi sempre.

Kiki’s Delivery Service è un film emblematico nella filmografia di Miyazaki, caratterizzata da eroine femminili a tal punto da venir definita “onno no jidi”, ovvero “l’epoca delle donne”.

La pellicola racconta la storia di Kiki, strega tredicenne che come vuole la tradizione, lascia la sua casa e parte alla ricerca di una città per il suo apprendistato, così da dimostrarsi capace di rendersi indipendente sia economicamente che interiormente. In compagnia del gatto Jiji la ragazza parte a cavallo della sua scopa e decide di stabilirsi nella città di Koriko, dove si scontrerà con la durezza della vita.

A differenza di altri film di Miyazaki, la protagonista Kiki non avrà nessuna figura antagonista contro la quale lottare, come a voler evidenziare che sono la Vita stessa e la crescita personale e i nostri limiti dati dall’inesperienza gli unici elementi con i quali doversi confrontare, con forza e tenacia possibilmente.

Per molto tempo Kiki ha rappresentato un modello femminile da seguire anche per me, da sempre assoggettata alla filosofia educativa di Miyazaki, capace come nessuno di donarmi esperienze di mistica immedesimazione nei suoi personaggi.

Forse perché anch’io, come lui, amo il mio lavoro, quello che faccio lo sento nelle viscere, credo in ciò che dico attraverso il mio operato e quindi lotto ogni giorno per riuscire a non perdere la mia voce animale. Quand’è così nessuno potrà toglierti la forza della coerenza.

Un film che è l’invito, l’ennesimo da parte del Maestro, a non perdere la capacità di guardare il mondo con gli occhi di quando eri bambino, di coltivare la capacità di fare la differenza in questa Terra, lasciando un segno del tuo passaggio come essere umano meritevole e giusto.

Prova a farlo partendo dalla scoperta del tuo Istinto più vero e poi dimmi come ti trovi. Nel frattempo regalati due ore di liberazione al cinema.