Non ci vedo bene ma ci sono: posta del cuore a Dio (Sesta Lettera)
Rara immagine di Dio, ritratto in un momento di distrazione. Disegno di Elena Borghi.
Perse tutte le speranze, non ti rimane che scrivere a Dio, sperando che risponda.
Questa è una rubrica domenicale nata a Sua insaputa ma, ovviamente, anche a Sua immagine e somiglianza. Domande, pensieri, parole, opere e omissioni di gente che, una qualche risposta precisa la vorrebbe. E chissà che magari un giorno non arrivino anche.
Ciao Dio,
mi chiamo Benedetta anche se i miei genitori sono atei. Cioè, mi hanno chiamata così perché mia nonna si chiama Benedetta anche lei ma a me mi chiamano tutti Bene o LaBene.
Sono di Milano, ho 17 anni, mi piace postare le mie foto fashion su fb però senza scrivere niente perché a me non mi piace di scrivere ma mi piace solo la moda. Cioè, è troppo una figata, cosa c’è di più bello?!?!?!??! Daiiiiiii *__* Che poi a Milano c’era la settimana della moda e io mi sono divertita di brutto.
Tipo che quando vado a scuola, faccio il turistico perché mi piace anche viaggiare, mi sveglio un botto presto per scegliere cosa mettermi e tutte le GirlZ, che sono le mie amiche, mi fanno sempre un sacco di complimenti e loro ci stanno dentro infatti usciamo, andiamo a ballare e tutto il resto, come delle sorelle proprio, però secondo me sono anche un po’ invidiose. Cioè, non me l’hanno mai detto ma l’ho capito io, che mica sono stupida e poi la Marty mi ha detto che la B. ha detto che ci sto dentro per come mi vesto ma che puzzo sempre di naftalina.
Ma io gli ho detto alla Marty che la B. è una ignorante, che io mi faccio gli outfit troppo in trip nei mercatini, che il vintage è la roba più moderna di tutte e che io mica glieli dò a quelli della moda 300 euro per un vestitino del cavolo.
Cioè che poi, scusami, è facile andare nella butic di Corso Magenta e farsi vestire dalla commessa. I miei genitori non sono ricchi come quelli della B. però si vogliono ancora bene e stanno insieme e non mi hanno mai fatto mancare niente (a parte i vestiti delle butic, ovvio). Invece quelli della B. non stanno più insieme, lei è triste di brutto, la madre lavora sempre che è una tipa importante e la B. dice che forse in ufficio se la fa con qualcuno e allora la madre le compra tutto quello che vuole. Insomma, hai capito no? Robe pese.
Sai Dio, io non credo che esisti perché i miei genitori non mi hanno passato quella storia lì della fede. Cioè manco m’hanno battezzata. Però scrivi bene e dai dei consigli troppo giusti, come Fabri Fibra che mi piace di brutto quello che dice e lo vorrei troppo come fida’. Che figoooooooo… non mi ci far pensare che vado in fissaaaaaa °….*
Io il fida’ non ce l’ho. Cioè, sono un po’ timida con i ragazzi e quello che mi piace si chiama P. ma lui non lo sa. Però la Marty mi ha detto che ha sentito P. che gli diceva a un suo amico che lui l’odore di naftalina dei miei vestiti non lo sente e che si vede da come mi vesto che ho personalità. E poi la Marty ha detto che sono scema e che gli piaccio e che dovrei farmi avanti. Cioèèèèèèèèè…. hai capitoooooo?!?!?!? WoooWoooW Io dico che ci sta dentro di brutto un tipo così, che è intelligente a dire quelle cose di me però la Marty mi ha detto che forse bacia male. Cioè spero di noooooooo… sai che scesa?!?!?!?!?
A me piacerebbe farlo la prima volta con P. però ecco, ti volevo chiedere una cosa che non c’ho il coraggio di chiedere a nessuno: una volta che il tipo entra da lì sotto, quanto tempo ci deve stare?
La Marty una volta ha detto che secondo lei è una leggenda metropolitana inventata da quelli che fanno film che si può fare l’amore tutta la notte, che non è vero e che ai maschi gli interessa solo fare i cavoli loro e poi ti danno anche una pedata.
A me non me ne frega niente, se è così non voglio farlo. Cioè aspetto di capire se P. è intelligente e sincero, che io ne voglio uno di diverso da tutti. Però quella storia lì del tempo me la dici lo stesso?
Grazie Dio. Poi volevo dirti che secondo me devi fare delle magliette che se vuoi poi io te le vendo che i miei amici se la prenderebbero tutti. Se vuoi scrivimi che conosco una tipa che disegna delle robe fighe.
Ciao.
Bene.
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Bella, Bene!
Cioè, oh, ‘sta storia che ti posso chiamar Bene mi prende troppo bene!
A Milano ci son venuto un sacco di volte, delle storie che non ti dico, cioè, con Sant’Ambrogio si prendeva la Mini e si andava in Duomo a far le foto con la Madunina, e c’era lui che aveva la tunica avorio che con l’oro si abbina da paura, e prendeva in giro a me che non ho voglia di farmi lo sbattone di vestirmi per bene, mi diceva “dai, figa, ma hai preso i vestiti dall’armadio a caso? Cioé, masipuò?”, e c’era San Gennaro che commentava le foto su Facebook e rideva.
Minchia, zio, cazzotiridi?
Per la storia del tipo che entra da sotto, relax: ti deve restare lì per nove mesi, per tenere il bambino al caldo, ma vai tranquilla che si sta comodi. Vi guardate un po’ di serie tv e vi passano alla grande.
Ora devo andare, che devo far dei giri. Ci si rivede alla fashion week.
Stai bene, Bene!
No, cioé: il delirio! 😀
Bella Zio, anzi, Bella Dio.