Non lasciarmi film: recensione in pillola
LaBorghiFilmFestival propone il film drammatico “Never let me go” (tradotto nella versione italiana in “Non lasciarmi”), regia di Mark Romanek, avvertendoti che le lacrime saranno copiose, ma ci sta.
Che a Keira Knightley è stato riconosciuto il dono di saper impersonare bene la stronza così come a Gwyneth Paltrow venne riconosciuto quello di saper fare solo la brava ragazza desiderabile, ma ci sta.
Che Carey Mulligan era brava in “Drive” ed è brava pure in questo film, ma ci sta.
Quello che proprio non ci sta è l’Amore puro e totale associato al concetto di patimento e vita difficile. Ce lo dicono da millenni attraverso arte, letteratura, che l’Amore vero, ovvero la più sublime e totale unione spirituale, fisica e mentale tra due esseri umani, è tanto raro. Per questo gli eletti che lo conoscono devono subire sciagure, patimenti, struggimenti e morte. Agli autori di tutte le epoche è sempre sembrato ragionevole.
Ecco, a te che continui a credere a livello subdolamente inconscio che amore è dolore, amore è morte, amore è struggimento, ecco, a te dico, ringraziali tanto e cambia idea mandandoli affanculo tutti quegli autori. L’Amore è gioia, è vita, è luce e, soprattutto, è semplice e naturale, non esistono “se” non esistono “ma”. Esistono due cuori che si vogliono, punto.
**e comunque, farsi un bel pianto ogni tanto serve. Anche fuori dalle influenze di Premestruo, dico.
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