Cento per cento
Oggi è un lunedì di primavera, uno di quelli dove ti girano le palle perché fuori c’è il sole e tu sei chiuso in una stanza, non puoi uscire perché lavori; uno di quei lunedì che ti vede stanco perché non basta mezza domenica per riposare e, lo so, lavori troppo, so anche questo.
Allora pensa a qualcosa di semplice e accessibile che hai conosciuto nella tua vita, qualcosa che ti piace tantotanto, qualcosa che ti fa allargare il cuore, che quando ti succede ti entra nelle vene e ti fa scorrere il sangue più veloce, più ossigenato, più rosso e lucido della lacca cinese più purpurea.
Io mi aggrappo forte con il pensiero a quelle notti di sonno con le lenzuola fresche di bucato, per esempio. E le metto in fila, ordinatamente, ad una ad una, quelle notti, attingendo al museo dei miei ricordi. C’è una sala apposta per loro in quel museo meraviglioso, per quelle notti felici, dico, adese ai miei pensieri non grazie a colla appiccicosa ma a carezze continue, cento per cento cotone.
Erano solo pezzi di tessuto quelle lenzuola fresche di bucato. Ora sono la mia forza, solo mia che più mia non si può.
Nessuno può avere accesso a quella emozione, nessuno può rubarmela quella goduriosa freschezza di sonno morbido che solo io so quanto mi fa bene.
È solo mia e io oggi sono al cento per cento, grazie al cotone.
Tratto da – TEOREMA PRELUDIO DI CATASTROFI – un libro che non esiste ma che un giorno scriverò, pag.1oo
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