Linguismi
“Lemons Passengers” disegno di Elena Borghi presso i muri di Ostello Bello, Milano.
Secondo il Devoto-Oli:
limonare (li-mo-nà-re) v.intr. (limóno, ecc.; aus. avere), region. ~ Intrattenersi in rapporti amorosi più o meno spinti: la faccenda dell’andare in camporella a limonare (Arbasino). [Denom. da limone; voce lombarda oggi assai diffusa, dal fatto che i venditori ambulanti offrono i frutti a due a due; secondo altri con allusione alla spremitura manuale].
Secondo il Battaglia, citando il Panzini:
limonare = Deriv. da limone; cfr. Panzini, IV-377: «‘Limonare’. Verbo lombardo ora molto largamente diffuso ‘far lo svenevole, il cascamorto, far l’asino’ (toscano), ‘filare, filarino’ (bolognese)… I milanesi da ‘limonare’, parafrasando il verbo dei venditori, dicono i ‘Cinq ghei due, i limonitt’, cinque centesimi due limoni, quando vedono una coppia d’amanti».
Secondo saiperche.com:
limonare = appassionatamente con la lingua amoreggiando. Per alcuni, l’espressione sarebbe da ricondursi al fare allusioni maliziose dei venditori ambulanti di frutta e che allude probabilmente al fatto che i limoni venivano venduti un tempo in coppia. Per altri deriverebbe invece dal movimento della mano nello spremere un limone, che richiamerebbe alcune pratiche erotiche (si ricordi che i limoni in diversi dialetti e lingue europee sono i seni). O, ancora potrebbe ricordare l’ antico uso di chiedere in sposa una ragazza donandole un frutto, in particolare un limone: se l’addentava… ci stava.
Secondo una nonna nata nel 1907:
Usava in dialetto mantovano il termine “limone” per indicare un giovinetto in preda alle euforie corteggiatorie.
Esempio (tradotto) : “la G. e la A. a dodici anni erano già signorine e al mare avevano già i loro limoncini“. Oppure “va là che secondo me sei un bel limone!” [vuol dire] “che ti piacciono le ragazzine!”.
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