Indice di giudizio
C’è chi dice che ho un brutto carattere.
In genere rispondo: «E meno male, sennò sarei già morta».
Chi invece mi dice che ho sempre la risposta spigolosa pronta.
In genere rispondo sempre allo stesso modo: «E meno male, sennò sarei già morta».
Chi dichiara che sono cinica, nervosetta, persino troppo intelligente, perché questo, in una donna, è ancora considerato un difetto.
In genere accolgo queste osservazioni come un dono perché mi consentono di capire molto di me e dell’altro.
Ogni volta mi chiedo come mai l’umana specie ci tenga tanto a emettere giudizi e ogni volta constato che, a ben vedere, questi individui con l’indice veloce, si comportano da specchi, rimbalzando sull’altro un problema tutto loro. Quasi sempre.
Nessuno però, nessuno, che rifletta sulla possibilità che ciò che riceviamo dall’altro (in questo caso io) possa essere il riflesso di ciò che noi emaniamo (in questo caso l’altro).
La risposta a questo è semplice.
Se una persona determina in te un malessere, un fastidio, un disagio, una difficoltà, analizza il tuo stato d’animo, chiediti perché ti fa questo effetto e accogli l’altro come un dono per comprendere come stai messo.
Nella migliore delle ipotesi, ovvero che tu sia obiettivo, giungerai alla conclusione che puoi migliorare su diversi fronti. Quindi forza, concentrati più su di te che sull’altro!
Facendolo io sono migliorata tanto, pur rimanendo stronza.
Grazie quindi a chi mi giudica, ogni giorno, nel bene o nel male.
Lascia un commento